Wacken 3D, il film: recensione dvd
Basteranno novanta minuti per cercare di mostrare cos’è esattamente il Wacken Open Air, la “Mecca del Metal”?
Oggi, 4 Agosto 2016, si apre l’edizione 2016 del Wacken Open Air Festival. Per chi non sarà presente, una (piccolissima) consolazione potrebbe essere il dvd – tradotto anche in italiano! – Wacken, The Movie, il documentario uscito a inizio 2016, e che riprende i 4 giorni del venticinquesimo anniversario del festival.
Novanta minuti che cercheranno di colmare la lacuna espressa da un partecipante cinese: “”Sono sicuro che quando tornerò a casa non riuscirò a raccontare ai miei amici come mi sono sentito. E sono un po’ triste, perchè non sono sicuro che riuscirò a trasmetter loro le mie emozioni.”
Si parte con l’esaltazione dei primi dieci minuti, in cui si mostra come viene “tirato su” il Wacken, come sono montati i palchi e gli stand, e quali sono le facce dei primi visitatori che entrano (c’è il Joker, ci sono i black metallers, ci sono i Vichinghi, ci sono i ciccioni a petto nudo, c’è l’asiatica carina… c’è di tutto!), la corsa alle transenne, e si scoprono i “protagonisti” che seguiamo sono una ragazza di taiwan alla sua terza esperienza, un tizio esaltatissimo che prende il Wacken come il suo personale palcoscenico, portandosi dietro mille cambi di costume, birre e tutto per l’intrattenimento, ed infine il padre che porta il figlio al festival perchè suo padre non vedeva di buon occhio il metal. Ma in realtà le loro storie si perdono nel mare di immagini, di persone adocchiate per solo qualche secondo e delle quali vorremmo seguire la permanenza al Wacken, mentre la musica picchia sempre più forte e ammiriamo un wall of death in piscina (sì, c’è una piscina enorme interna al festival, costa 2.50 euro e sembra il modo migliore per prendere malattie di tutti i tipi).
Sono proposte solo quattro band con una canzone intera: l’immortale Smoke On The Water dei Deep Purple, la pelle d’oca delle 70,000 persone all’unisono che urlano “Du Hast”, completamente ipnotizzate dai Rammstein, il divertimento di Alice Cooper, e i Motorhead. Per il resto, sono tutti assaggi di Trivium, Sabaton, Anthrax, e in un montaggio di pochi minuti mostra le mille sfumature di metal che sono proposte sui vari palchi del Wacken: black metal, metalcore moderno, glam metal, e sonorità sempre più fuori di testa.
Interessante la parte centrale che segue i 29 vincitori delle metal battles che si tengono ogni anno in 29 nazioni, con in palio (oltre al piacere di suonare al festival) un contratto discografico con la Nuclear Blast – ci si focalizza sullo scontro fra i vincitori cinesi (fanatici del documentario degli Anvil), ed i rumeni, veri barbari con un Folk Metal accattivante fin dalla prima nota. Mikkey Dee dei Motorhead confessa di passare ogni tanto dal palco della metal battle, per vedere cosa combinano le nuove generazioni.
In maniera piuttosto assurda, i vincitori finali sono presentati un po’ come frutto una pastetta selezionata dietro le quinte (al punto che non li si vede mai suonare, nel documentario!).
Andando verso il finale del film, c’è un (troppo breve) approfondimento su “la gente va pazza per le tette”, e poi si mostra il peggior incubo di questi concerti: un diluvio universale, che però non ferma la musica, la voglia di bere e divertirsi. L’ultima mezz’ora del film si svolge in mezzo al fango, mentre l’ultimo giorno c’è chi smonta la tenda con cura, e chi la sfonda o la brucia – ed è un po’ triste vedere una roulotte rovesciata e spaccata. La scena finale, con l’asiatica che si allontana con la sua valigia mentre dei capelloni prendono a bastonate la propria tenda, è poesia metal.
Il film è consigliato a tutti gli amanti del metal: dopotutto, è un documentario sulla “Mecca del metal”, e sia chi c’è stato, sia chi non l’ha mai vissuto in prima persona, troverà materiale per sognare…