X Factor 8, Fedez: “Non punto alla vittoria ma al successo discografico per i miei ragazzi”
X Factor 2014: Fedez rivela di non ambire alla vittoria finale. Solo scaramanzia?
Fedez è considerato da molti il giudice rivelazione di X Factor 2014. Il rapper che riesce a fare qualcosa di inimmaginabile in questi tempi, ovvero vendere dischi a pioggia, è stato intervistato da Repubblica per fare un bilancio del suo percorso fino ad ora all’interno del talent di Sky, alla vigilia della semifinale di questa sera in cui i ragazzi rimasti in gara presenteranno i loro inediti. Unico giurato rimasto con ben tre concorrenti in corsa (Lorenzo Fragola, Madh e Leiner), starà accarezzando il sogno della vittoria?
Non ho mai fatto strategie. Il mio vero obiettivo non è far vincere i miei ragazzi, perché il contratto non vuol dire nulla. Il mio obiettivo è farli arrivare al successo discografico. Che non è scontato per chi vince, visti tanti desaparecidos delle edizioni precedenti, la scia di sangue dei vari talent è enorme.
E dopo aver risolto la querelle con Morgan specificando: Lui vede X Factor più da artista, io da discografico, il rapper tira una stoccatina alle assegnazioni dei suoi colleghi di giuria, difendendo, naturalmente, le proprie:
Ho avuto da ridire sull’assegnazione di E non andar più via perché far fare un brano di Dalla di anni molto connotati politicamente su quel palco dove c’è lo stilista che ti toglie i peli dal naso era svilente per la canzone stessa. Io ho assegnato De André perché lui racconta storie, sono ritratti, niente di così connotato politicamente. Le scelte vanno fatte quando c’è la giusta occasione: nella puntata sul sociale ho fatto cantare “Un blasfemo” di De André per dedicarlo a un fatto di cronaca come quello di Stefano Cucchi. I miei colleghi giurati si sono fermati su scelte più scontate.
Infine, la domanda di tutte le domande: ma i talent servono davvero per raggiungere il successo?
Sono solo uno spicchio della realtà musicale ma io sono favorevole. In passato dovevi andare dai grandi produttori, dai Cecchetto o dalle Maionchi, e il successo arrivava dalla tv. Oggi oltre al talent c’è Internet: io e i miei colleghi rapper abbiamo dimostrato che la tv può essere la conseguenza di un successo, non la causa.