X Factor 4: i voti della terza puntata
Terza puntata per X Factor 4. Il comune denominatore della serata? L’effetto sorpresa. Ebbene si: alcuni cantani che in precedenza avevano convinto il sottoscritto, ieri sera hanno deluso ed invece artisti che avevo poco considerato nelle scorse puntate hanno dato il classico “schiaffo morale”.Ed è proprio qui quindi che la gara incomincia a farsi più
Terza puntata per X Factor 4. Il comune denominatore della serata? L’effetto sorpresa. Ebbene si: alcuni cantani che in precedenza avevano convinto il sottoscritto, ieri sera hanno deluso ed invece artisti che avevo poco considerato nelle scorse puntate hanno dato il classico “schiaffo morale”.
Ed è proprio qui quindi che la gara incomincia a farsi più interessante: vengono fuori i punti deboli dei personaggi fin’ora privilegiati e contemporaneamente vediamo la crescita di quelli più svantaggiati.
Questo ci porta a ri-azzerare tutte le distanze che si sono create tra i diversi cantanti e a guardare al contest con nuovi occhi pieni di curiosità e di interesse. Un ultimo appunto: l’entrata nel programma della new entry Cassandra Raffaele (la sua esibizione è stata da 10 e lode) ci farà divertire tutti. Benvenuta! A seguire i voti delle esibizioni della terza puntata.
Stefano Filipponi – “Buonanotte fiorellino”. Il problema non sta tanto nelle capacità vocali o interpretative del ragazzo ma nelle scelte del suo tutor (la Maionchi): si tratta infatti di canzoni italiane abbastanza datate che non mettono in risalto il potenziale r’n’b del personaggio. Ad ogni modo ho gradito l’esibizione soprattutto per la grossa mole di dolcezza che il cantante ha esternato ma, ripeto, siamo molto lontani dalle reali doti di Stefano, doti che potrebbero essere messe in piazza al 100% con un brano come “Crazy” dei Gnarls Barkley. Voto: 6+
Nathalie Giannitrapani – “Piccolo uomo”. Che sia una bravissima cantante è fuori dubbio però questa volta, a differenza delle altre, sono portato a non lodare la sua performance per via di quelle 3 o 4 note urlate che hanno molto infastidito. Siamo d’accordo che è la canzone stessa a richiederle però, a mio parere, dovevano essere prese in maniera più tranquilla e non troppo di petto. Voto: 6
Borghi Bros – “Piazza grande”. Continuano a rimanere sull’ottima intonazione, sulla giusta intenzionalità e sulla bella presenza scenica. Eppure, come al solito, manca qualcosa che possa farli amalgamare, qualcosa che possa farli essere originali e diversi dagli altri, qualcosa che possa farli contraddistinguere: in poche parole manca l’ x factor. Sono bravi, si, ma non hanno quel quid in più che posa fare di loro un duo di successo. Voto: 6 meno
Nevruz Joku – “Lithium”. Ecco: finalmente un’esibizione convincente. “Lithium” è il pezzo che più gli si addice. Pacato nelle strofe e grintoso fino a strappare le corde vocali nel ritornello: un pezzo quindi dicotomico che calza a pennello con la personalità ugualmente dicotomica dell’artista. E poi diciamocelo: ci sa fare col graffiato tipico del rock. Ma, nonostante questi aspetti positivi, la domanda “provocatoria” sorge spontanea: può essere Nevruz una popstar, soprattutto nel panorama italiano? Voto: 7
Davide Mogavero – “I feel the earth move”. Fenomenale! Mette d’accordo tutti: grandi, piccini, “ormonose”, poppettari e rockettari. Talento straordinario il suo che fa ben sperare per la musica italiana. Riesce a gestire la sua vocalità, dal punto di vista tecnico, egregiamente. La cosa che più sbalordisce è vedere che non sbrodola mai fino a cadere nell’eccesso: ciò lo induce ad essere “musicalmente composto” e questo fa letteralmente impazzire visto che quanto detto è sinonimo di maturità artistica, la stessa maturità che non ci aspetteremo mai da un ragazzo della sua età. Voto: 8
Kymera – “Polvere”. Ed ecco che li vediamo cadere. Il punto debole è stato individuato (ma d’altronde era prevedibile): i Kymera quando si trovano a cantare in un registro vocale basso perdono il loro fascino. Lo si può capire dalla prima strofa cantata la quale risulta essere quasi insignificante. Solo l’entrata in gioco del falsetto dell’altro componente è riuscita a salvare una performance che stava andando allo sbaraglio. L’esibizione quindi è stata buona ma al tempo stesso ci ha dato la certezza che il duo non sa essere versatile e questo nel mondo del pop è un grosso limite. Voto: 6 e mezzo
Dorina – “Un’emozione da poco”. Questa non ci voleva! Dorina perde molti punti. La causa? L’eccesso di grinta vocale ed interpretativa ha fatto perdere il senso della canzone. La performance quindi ne ha risentito, soprattutto per la ciliegina sulla torta (in negativo) rappresentata dal falsetto finale stonato. Voto: 4 e mezzo
Manuela Zanier – “I never fall in love again”. Manuela si sta “elioizzando” e questo è un male. Innanzitutto non ha bisogno di tutti questi stratagemmi scenici per colpire: la sua semplicità è di gran lunga superiore a questi “mezzucci” acchiappavoti (mi riferisco soprattutto all’abito indossato). Inoltre sta andando troppo verso un genere musicale che lo stesso Elio (ecco perchè “elioizzando”) le sta imponendo. Il giudice sta creando una creatura artistica inutile snaturando al tempo stesso il personaggio originario che la sottende, un personaggio dannatamente interessante che pian piano sta perdendo la sua bella personalità. Voto:6
Effetto Doppler – “Don’t stop me now”. E’ stato un esperimento interessante in parte riuscito. Dov’è che gli Effetto Doppler non hanno colpito? Nelle parti basse, dove c’era una difficoltà di sostegno del suono vocale il che ha permesso alla musica di sovrastare la voce e poi quando incomincia la fase più ritmata, momento in cui si è perso un pò di appeal. Quindi premiamo il coraggio, la riuscita in parte dell’esibizione (era difficile) ma ribadiamo la mancanza di identità di questo trio. Non andranno lontani. Voto:5
Ruggero Pasquarelli – “Tu vuò fa’ l’americano”. Solo gli stupidi non cambiano idea quindi…io la cambio su Ruggero. Calma! Non è diventato il mio preferito ma faccio dietro fronte rispetto alle affermazioni, non proprio positive, avanzate sul suo conto nelle scorse settimane. Avevo già anticipato che se il ragazzo fosse stato disciplinato avrebbe avuto le carte in regola per diventare un buon personaggio. Bene, questo momento sembra essere arrivato (ovviamente deve essere mantenuto anche nelle successive esibizioni). Veniamo al dunque. Il ragazzino ci ha regalato una performance divertentissima, piena di carica (quella giusta, senza strafare), spensieratezza e gaudio. Anche l’aspetto vocale è stato buono questa volta. Brava alla Maionchi che ha saputo individuare il pezzo giusto per lui (furbissima la strategia dell’utilizzo di “We No Speak Americano” nella parte del ritornello). Voto: 7
Il migliore: Ruggero Pasquarelli/Davide Mogavero
Il peggiore: Manuela Zanier
Voto complessivo della terza puntata: 7+